mercoledì 26 gennaio 2011

DOPING


DOPING - Armstrong senza pace, nuove accuse. L'ex meccanico: «Nel suo bagno trovai una scatola di steroidi»

Lance Armstrong in Australia
Lunedì 24 gennaio 2011 - Non c'è pace per Lance Armstrong:
il 39enne texano, che ieri ha chiuso la sua carriera fuori dai confini degli Usa, è stato oggetto di nuove accuse di doping.
Stavolta a puntare l'indice contro di lui è stato Mike Anderson, ex meccanico e assistente personale di Armstrong fino al 2005. L'uomo ha parlato domenica, proprio nel giorno in cui l'americano Usa veniva celebrato per il suo addio alle corse dopo l'ultima tappa del Tour Down Under.
Intervistato dal quotidiano neozelandese Sunday Star-Times, Anderson ha raccontato di quando trovò, nel bagno della stanza di Armstrong, una scatola di cartone con su scritto 'Andro', che sempre secondo lui starebbe per Androstenedione, uno steroide proibito.
Lo stesso Anderson avrebbe inoltre aiutato il texano a dribblare un controllo antidoping nel suo ranch in Texas.
«Succederà quel che deve succedere ma - dice Anderson parlando di Armstrong -, lui potrebbe diventare il simbolo di decenni di corruzione nel ciclismo».
Le accuse rivolte ad Armstrong dall'ex meccanico, licenziato dal corridore Usa nel 2005, le avrebbe formulate personalmente al procuratore federale Jeff Novitzky, a capo dell'inchiesta per frode sportiva che ruota proprio intorno alla persona di Armstrong e agli anni in cui il Mike Andreson correva per l'Us Postal.
«L'anno scorso ho parlato a lungo al telefono con Novitzky. Questo tipo è descritto come l'Eliott Ness del suo campo e quando è sulle tue tracce significa che sei in pericolo. Le sue inchieste hanno una percentuale di condanne molto elevata. Non fanno indagini del genere alla leggera e non penso che questo sia un fatto positivo per Lance Armstrong», conclude.

Nessun commento:

Posta un commento