Lunghezza pedivelle
Lunghezza pedivelle
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Il funzionamento della bicicletta è determinato da un sistema di leve. Modificarne le dimensioni significa ottenere un diverso sviluppo delle forze che, lavorando bene, può dare risultati molto interessanti. La pedivella è il primo passaggio nella trasmissione dal sistema di leve uomo al sistema di leve bicicletta. Per seguire il nostro discorso e non potendo cambiare le misure delle gambe eccoci a parlare di lunghezza delle pedivelle. Prima di tutto vanno chiariti alcuni concetti:
Distinzione tra velocità angolare della pedivella e velocità assoluta nel sistema di riferimento.
Per semplificare immaginiamo il cerchio disegnato dal percorso compiuto dal pedale attorno al movimento centrale. La velocità angolare è data dalla frequenza di passaggio del pedale in un determinato punto del nostro cerchio, cioè la velocità di variazione dell'angolo disegnato dalla pedivella rispetto ad una retta immaginaria passante per il movimento centrale.
A chiarimento di questo concetto si consideri come il sensore di cadenza che si applica solitamente al fodero posteriore funzioni indifferentemente dalla sua distanza dal movimento centrale: tutti i punti del fodero vedranno passare la pedivella nello stesso istante.
La velocità assoluta, invece prende in considerazione il moto di rivoluzione del pedale attorno all'asse del movimento misurando lo spazio percorso sulla circonferenza nell'unità di tempo.
Due ciclisti affiancati con pedivelle di diverse lunghezze osserveranno, alle loro pedivelle e a parità di rapporto, una identica velocità angolare, ma una differente velocità di rotazione delle gambe rispetto al sistema di riferimento.
Distinzione tra velocità angolare della pedivella e velocità assoluta nel sistema di riferimento.
Per semplificare immaginiamo il cerchio disegnato dal percorso compiuto dal pedale attorno al movimento centrale. La velocità angolare è data dalla frequenza di passaggio del pedale in un determinato punto del nostro cerchio, cioè la velocità di variazione dell'angolo disegnato dalla pedivella rispetto ad una retta immaginaria passante per il movimento centrale.
A chiarimento di questo concetto si consideri come il sensore di cadenza che si applica solitamente al fodero posteriore funzioni indifferentemente dalla sua distanza dal movimento centrale: tutti i punti del fodero vedranno passare la pedivella nello stesso istante.
La velocità assoluta, invece prende in considerazione il moto di rivoluzione del pedale attorno all'asse del movimento misurando lo spazio percorso sulla circonferenza nell'unità di tempo.
Due ciclisti affiancati con pedivelle di diverse lunghezze osserveranno, alle loro pedivelle e a parità di rapporto, una identica velocità angolare, ma una differente velocità di rotazione delle gambe rispetto al sistema di riferimento.
Detto questo rivolgiamoci alla pedivella dal punto di vista fisico. Si tratta, per la precisione, di una leva di secondo tipo poiché la resistenza è applicata tra fulcro e potenza. Il braccio di potenza infatti è costituito dalla distanza tra il punto in cui si fissa il pedale e il punto di passaggio della catena, il braccio di resistenza si trova tra la catena posta sui denti della moltiplica e il movimento centrale.
Perché la leva si possa muovere è necessario che la forza applicata sul braccio di potenza sia superiore alla forza opposta dal braccio di resistenza. Tanto maggiore sarà la potenza sviluppata dal ciclista quanto superiore sarà la lunghezza della pedivella. Ma la lunghezza della pedivella deve fare i conti con la macchina umana che le leve le ha fisse nelle dimensioni e non modificabili.
Una pedivella più lunga, infatti determinerà un movimento più ampio del pedale proprio perché aumenterà la circonferenza lungo cui questo si muove. Prendendo in considerazione due pedivelle da 170 e da 175 millimetri ci tro-veremo allora con una differenza di circonferenze disegnate dal pedale (nel sistema di riferimento "bicicletta") di poco più di tre centimetri ma, considerando un ritmo abbastanza agile, sulle cento pedalate al minuto, la differenza sale a più di tre metri di spazio percorso dal pedale montato sulla pedivella più lunga. Non è poco.
Questa differenza dimostra che la sensazione di maggiore velocità di pedalata di due ciclisti che pedalano fianco a fianco è un fatto reale per quanto riguarda lo spazio percorso ma non per quanto riguarda la cadenza.
Perché la leva si possa muovere è necessario che la forza applicata sul braccio di potenza sia superiore alla forza opposta dal braccio di resistenza. Tanto maggiore sarà la potenza sviluppata dal ciclista quanto superiore sarà la lunghezza della pedivella. Ma la lunghezza della pedivella deve fare i conti con la macchina umana che le leve le ha fisse nelle dimensioni e non modificabili.
Una pedivella più lunga, infatti determinerà un movimento più ampio del pedale proprio perché aumenterà la circonferenza lungo cui questo si muove. Prendendo in considerazione due pedivelle da 170 e da 175 millimetri ci tro-veremo allora con una differenza di circonferenze disegnate dal pedale (nel sistema di riferimento "bicicletta") di poco più di tre centimetri ma, considerando un ritmo abbastanza agile, sulle cento pedalate al minuto, la differenza sale a più di tre metri di spazio percorso dal pedale montato sulla pedivella più lunga. Non è poco.
Questa differenza dimostra che la sensazione di maggiore velocità di pedalata di due ciclisti che pedalano fianco a fianco è un fatto reale per quanto riguarda lo spazio percorso ma non per quanto riguarda la cadenza.
Come regolarsi allora per determinare la lunghezza migliore delle pedivelle? Volendo continuare a parlare in termini matematici la conseguenza più logica sarebbe che a maggiore lunghezza di gambe (e di piedi) dovrebbero corrispondere pedivelle più lunghe. Una soluzione matematica, tuttavia, deve essere presa con la dovuta cautela. Troppe sono infatti le variabili da considerare. Ogni ciclista è diverso dall'altro, si tratta di elasticità muscolare, capacità di contrarre i muscoli a determinate velocità e così via.
Se, da un lato, le pedivelle più lunghe offrono uno sviluppo maggiore di potenza, dall'altro costringono il ciclista ad un movimento più ampio portando a perdere in agilità della pedalata.
Occorre poi aggiustare la posizione in bici. È necessario infatti abbassare la sella della misura corrispondente all'allungamento della pedivella, al tempo stesso è opportuno sistemare l'arretramento della sella per riportare la perpendicolarità del ginocchio al pedale in fase di spinta (con pedivella parallela al terreno).
Nel mondo professionistico gli atleti con gambe più lunghe sono ovviamente i più naturali utilizzatori di pedivelle lunghe, ma le eccezioni che si possono constatare danno la conferma che una regola è molto difficile da estrapolare.
Sul mercato sono presenti pedivelle a partire dalla misura 165 fino alla 180 con differenza di 2,5 millimetri. La misura considerata standard è la 172,5 contro quella 170 che era regola fino a qualche anno fa. È un segno dei tempi, così come si è passati ad una dotazione standard che prevede il 53 al posto del 52 come moltiplica maggiore e ad una presenza sempre più frequente di pacchi pignoni con il 12 finale o addirittura l'undici. La ricerca della potenza passa anche per un migliore sfruttamento delle leve.
Se, da un lato, le pedivelle più lunghe offrono uno sviluppo maggiore di potenza, dall'altro costringono il ciclista ad un movimento più ampio portando a perdere in agilità della pedalata.
Occorre poi aggiustare la posizione in bici. È necessario infatti abbassare la sella della misura corrispondente all'allungamento della pedivella, al tempo stesso è opportuno sistemare l'arretramento della sella per riportare la perpendicolarità del ginocchio al pedale in fase di spinta (con pedivella parallela al terreno).
Nel mondo professionistico gli atleti con gambe più lunghe sono ovviamente i più naturali utilizzatori di pedivelle lunghe, ma le eccezioni che si possono constatare danno la conferma che una regola è molto difficile da estrapolare.
Sul mercato sono presenti pedivelle a partire dalla misura 165 fino alla 180 con differenza di 2,5 millimetri. La misura considerata standard è la 172,5 contro quella 170 che era regola fino a qualche anno fa. È un segno dei tempi, così come si è passati ad una dotazione standard che prevede il 53 al posto del 52 come moltiplica maggiore e ad una presenza sempre più frequente di pacchi pignoni con il 12 finale o addirittura l'undici. La ricerca della potenza passa anche per un migliore sfruttamento delle leve.
La tabellina deve essere considerata come indicativa. Ciclisti illustri, in passato, hanno dimostrato come anche ciclisti piuttosto piccoli si siano trovati bene con pedivelle più lunghe o vice versa (Lemond utilizzava pedivelle da 175).
Cavallo (cm) | Pedivelle (mm) |
74-77 | 170 |
78-81 | 172,5 |
82-85 | 175 |
86-89 | 177,5 |
90-92 | 180 |
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