sabato 3 dicembre 2011

Pedalare agili

Il tema dell’agilità è tornato di moda nell’ultimo decennio grazie ad atleti decisamente potente e neanche leggeri.

Si riteneva, infatti, erroneamente, che l’agilità fosse una caratteristica relativa a corridori di piccola statura e magari adatti alla montagna.

Le prestazioni di atleti del calibro di Miguel Indurain prima e Lance Armstrong poi, hanno dimostrato come quell’assioma fosse quanto mai impreciso (se non totalmente sbagliato).

L’espressione della potenza non è solo il risultato della capacità di spingere rapporti molto elevati, quanto, piuttosto, la capacità di mantenere un ritmo elevato nella pedalata. A parità di velocità risulta più efficace mantenere un rapporto corto ad elevata cadenza piuttosto che uno più lungo ma con un ritmo di rivoluzione dei pedali troppo basso.

Meglio salire di fiato, si dice, piuttosto che accumulare acido lattico nei muscoli. Questo è il risultato del processo anaerobico nei muscoli ed è uno dei fattori responsabili dell’insorgenza dei crampi. Tanto che si consiglia di andare il più agile possibile (ovviamente senza esagerare) e ricorrere alla potenza solo quando la stanchezza non permette altre soluzioni. È un modo per amministrarsi al meglio in bicicletta.

Agile è meglio, dunque, ma quali sono i parametri per regolarsi?

Come tutte le cose relative all’individuo “ciclista” e atleta anche l’agilità è un parametro soggettivo. Un atleta dotato di buona agilità dovrebbe cercare di pedalare ad una cadenza (ossia numero di pedalate al minuto - anche dette come RPM) non inferiore alle 70-80 pedalate al minuto. Ovviamente questa non deve essere presa come una regola assoluta: in certe salite è impossibile andare in agilità. Ma dove si riesce a mantenere un alto ritmo si possono sicuramente risparmiare energie per altre occasioni.

La predisposizione all’agilità dipende anche da fattori fisiologici e dalle caratteristiche delle fibre muscolari. Queste possono essere di varie tipologie e, semplificando si può dire che chi è dotato maggiormente di fibre bianche veloci (intendendo la rapidità di contrazione possibile, non la velocità del movimento) avrà una predisposizione naturale all’agilità.

Sull’agilità influisce anche la lunghezza delle pedivelle. Per questa si veda nell'apposita pagina (sotto la voce trasmissione/pedivelle)

Appurato, dunque, che l’agilità è una qualità importante del ciclista cerchiamo, quindi, di allenarla per poterla sfruttare nelle nostre prestazioni. E il modo migliore non può essere altro che pedalando agili.

Una possibilità è l’utilizzo del rapporto fisso. Che, fatto opportunamente, può dare ottimi risultati. Una buona regola, comunque, è partire sempre in agilità all’inizio della preparazione. Almeno i primi 500 chilometri andrebbero fatti senza mettere mai il rapportane

Nessun commento:

Posta un commento